sabato 8 febbraio 2014

Rosicare durante un concerto jazz.

Apparentemente i titoli dei miei post non vogliono dir nulla. Sembrano pretenziose frasi da hipster depressa.
In realtà spiegano in qualche parola tutto quello che non voglio dirvi, ma che voglio farvi intendere senza darvi la possibilità di scorazzare troppo nei miei fatti. Mi limito a dare qualche riferimento biografico e poi a parlare in generale, come se la questione mi riguardasse poco.

[Sto parlando come se avessi triglioni di utenti che mi leggono ... beh un po' di illusione non guasta]


Cominciamo?

Rosicare. Mh... parola vagamente onomatopeica ...
Si rosica perché si è meno belli di Jared Leto; perché la tua compagna di corso ha lo smalto della KIKO e tu quello cancerogeno dei cinesi; perché lui ha preso trenta, tu stai lì nel tuo angolino e potresti giurare sui Santi Medici che sicuramente è un raccomandato, ma non vuoi proprio ammettere di aver perso tempo sui social network; perché, semplicemente, c'è chi arriva prima di noi a qualcosa.
Tu non ottieni e senti un bruciore facilmente confondibile con la sindrome premestruale, che durerà molto meno dei 5 giorni rossi, ma che darà molto più fastidio. Solitamente (soprattutto se si è complessati come me) dopo il bruciore arrivano le paturnie.



No ma non me ne frega. Aspetta, perché mi frega? 
Farò finta di niente. Tanto sono loro a fare schifo.
Ok, però se non fosse così?
Se fossi io in difetto?
Non ci sono arrivata, non l'ho ottenuto.
Quindi sono proprio io a essere da meno.
Assolutamente no. E' solo fortuna.



Alla fine risulta tutto inutile. Non siamo arrivati dove volevamo, ci è arrivato qualcun altra\o prima di noi e in questo momento si sta spupazzando l'agognato trofeo proprio sotto i nostri occhi impotenti o dietro le spalle pugnalate, a seconda della drammaticità della situazione. 

In the end, si rosica.
Negare l'evidenza, dire che non ce ne frega un tubo è totalmente inutile. Possiamo farcelo ripetere da amici, fidanzati e relativi vari, ma quella R di "rosicare" gratterà sempre di più nel nostro stomaco. Quando poi l'oggetto perduto del desiderio è facilmente collegabile alle relazioni e alle paturnie da "sentimenti", il suono è davvero insistente e insopportabile, quasi come se volesse diventare il protagonista del nostro campo uditivo e (spesso) visivo. 

In certe situazioni come si fa a mettere da parte la voglia di picchiare infanti per sfogare la nostra frustrazione? Non posso mica iscrivermi a un corso di salsa&merengue solo per dimenticare una delusione sentimentale. Far fuori la Bocca di Rosa che mi ha sottratto l'osso non è legalmente appropriato, anche se il desiderio di avvelenare il suo aperitivo con un infuso di mandorle amare non sarebbe male. 
Ma voglio arrivare subito al punto della questione. Dopo tutto questo pensare e rosicare, dopo tutte le matite spezzate e dopo tutte le occhiatacce intimidatorie, dov'è finito il nostro "oggetto".
O meglio, il nostro oggetto è diventato solo un oggetto! La voglia di sconfiggere ha ridotto la dignità del nostro obiettivo a quella di una pacchiana bomboniera di un matrimonio partenopeo organizzato da Real Time.
Esattamente come al nostro uomo (sì, perché qui si parla di relazioni. Sono proprio una donnetta da romanzo Harmony!) non frega un cazzo di noi, a noi non frega un cazzo di lui. E' la voglia di far pipì su un territorio non nostro, di piazzare la nostra bandierina di Risiko sul Kamchatka e osservare trionfanti i nostri ex-compagni di gioco ora acerrimi nemici, che muove la nostra battaglia.
Qualora dovessimo battere l'altro avremo la gloria, ma dopo niente, perché non ci frega niente.
In caso contrario rosicheremo, che durerà molto più della gloria. In ogni caso dopo domina il niente.
Ci si guarda indietro e si incontrano le teste dei compagni morti. Noi abbiamo una medaglia oppure no, ma siamo comunque da soli.  

Morale della favola? Direi di non perderci troppo tempo. Il deretano ci pruderà per un po', ma dargli poca importanza potrebbe alleviare il fastidio rapidamente. Non è escluso che si ripresenti, ma forse saremo più allenati di prima a ricevere il colpo e a dire "Who cares?". Personalmente il mio metodo è incazzarmi tanto e poi distrarmi con qualche telefilm british oppure con i miei compagni di sventure. 

Potrei annoiarmi talmente tanto da dimenticare di aver perso una bomboniera orribile.

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