sabato 31 maggio 2014

Il rumore del vetro sotto i tacchi

Fine maggio color nuvola. Ho sentito vagamente il calore del sole, ma non quello che sto aspettando dallo scorso giugno. L'estate passata ero in Polonia e lì il sole è più pallido, più tetro di quello che brucia sulle mie pietre murgiane.
Ti prego torna da me ... 

Aspetto il calore perché il mio cuore è in un cellophane di brina, perché ho sentito di nuovo il rumore del vetro sotto i tacchi. Avete presente quando siete già feriti, scalfiti dai colpi decisi delle piccole e grandi sventure e vi arrivano altri colpi che non fanno altro che affondarvi? In quel momento io sento nelle orecchie il cristallino rumore di vetri.
Mi è capitato alle due del mattino, con lui ...
Bel ragazzo dai capelli fantastici, basta con i tuoi demoni. I miei sono abbastanza. 
Ormai ho preso atto del fatto che non può non piacermi nessuno, mi sono arresa all'evidenza della mia passione per la seduzione e il gioco serio del flirt. Però non riesco ancor a fermarmi poco prima del confine che mi porta alla rabbia e al dolore inutile, quello che non ti fa dormire nonostante ci siano sicuramente cose molto più gravi di cui preoccuparsi.

Lì sento il rumore del vetro sotto i tacchi.

L'ho sentito anche due giorni fa, durante quel concerto improvvisato...
Eravamo io, la voce e Mi alla chitarra.

Silenzio ... le prime note erano mie, come gran parte delle battute della canzone.
Ed ecco, sbaglio.
Era un FA non un LA, porca puttana!
Poi mi sono rialzata, ricomincio daccapo e vado fluida nel giro di accordi, ma sento ancora quel rumore soffocato dalla mia bravura appena riemersa. I cocci si muovono nel mio cervello come se fossero mescolati dalla mano di Pantagruel e mentre suono le lacrime scendono.
"Nessuno si è accorto dell'errore" mi dice Mi cercando di fermare la cascata di rabbia.
Sì, ma io mi sono accorta del vetro...
... il vetro nella mia testa che continua a infrangersi sotto i piedi. In quel momento stavano saltando, cazzo!

In quell'occasione c'è stato un lieto fine:
il fatto di aver capito che non era così male e che la musica non è morta sotto le mie dita, che posso farcela e che mai mi fermerò sulla tastiera del mio piano d'ebano. Alla fine ho sorriso, pianto e sorriso.

E ora aspetto questo lieto fine ...
... aspetto di dimenticarti o che tu dimentichi ciò che pensi di tutta questa storia sia tragica sia demenziale ...

O semplicemente scivolerai nel dimenticatoio e la tua distanza non sarà più un problema per me. Ci sarà un nuovo taglio di capelli, una nuova risata o una nuova parlantina a farmi ribollire il sangue di gioia o a spezzarmi l'aorta.

Aspetto la fine.
O l'inizio.

lunedì 5 maggio 2014

I tunnel della tristezza che spingono l'ispirazione

3 giorni di Comicon a Napoli e poi ritorno alla realtà....

...me li sono mangiati esattamente come ho ingurgitato la torta al Maid Cafè (che faceva veramente schifo, ma le maid erano carine). 

E poi cosa ho fatto?

Una passata di spugna nella mia vita sentimentale. L'ennesima. Questa volta ci ho messo 5 mesi per accorgermi che consideravo quello che mi stava accanto solo come una compagnia e non come un compagno. Beh, sono passi in avanti ... 

Cottina per un altro? Inevitabile.
Vuoi farci qualcosa? No... adesso cerco solo di annegare nella solitudine e di completare il processo di congelamento del mio cuoricino che da vittima si è fatto carnefice. Eheh, ogni tanto i ruoli si cambiano, ma fare il boia non è sempre così divertente, né si recupera tutto in un batter d'occhio. I pezzi li ha persi anche chi ha tagliato a pezzi l'altro e quindi la gente dovrebbe smetterla di ergersi a giudice e schierarsi sempre dalla parte del toro.
Proprio non riesco a capire perché il massimo dell'ispirazione arriva solo quando si tocca il fondo o si passeggia nelle proprie intime fogne. Forse perché il buio ispira, o forse perché siamo cresciuti guardando troppo Lady Oscar e Dolce Remì: abbiamo lo psicodramma nelle vene.
Il guaio è che mi piace, la tristezza è un'ottima alternativa all'apatia che ho provato di recente. Almeno annebbio la mia vista con le lacrime anziché guardare un punto senza neanche sentire i passi dei miei vicini. 

Comunque, andiamo avanti con i facts.
Sono andata avanti con gli esami e ho intenzione di ricominciare ad estrinsecare le mie doti recitative. Pare proprio che entrerò in una compagnia amatoriale, il che non mi dispiace perché il teatro mi mancava come mi potrebbe mancare un dito e devo occupare un po' di tempo ... 
...se non sono strapiena di impegni e di studio non sono mai contenta. 
Autolesionismo anche nelle abitudini. YEAH!

Alla fiera c'erano tanti invitanti gadget, ma essendo sprovvista di moneta ho dovuto rinunciare. Ricordo ancora quella splendida maglia con il TARDIS di Doctor Who :'( se ci penso mi tremano ancora le gambe. Poi mi sono imbambolata a fissare le cosplayers e a piangere sangue per la loro pazienza nel creare quella magnificenza di abiti *.* inutile dirvi che ho cominciato a progettare mentalmente un costume per il prossimo anno. Farà ovviamente schifo, ma ci avrò provato!
Ah, immancabili le donzelle che molto probabilmente credevano di dover partecipare alle audizioni per un film porno a tema Final Fantasy. Complimenti, siete sempre il mio bersaglio preferito!

Poi c'era lui *.*
Leon S. Kennedy.
A parte l'accento evidentemente partenopeo, era esattamente identico al mio sex symbol videoludico.
Ed è con una sua foto che vi abbandono e vo a nutrirmi.

Ah, vorrei esser fatta di pixel!

A breve posterò qualche fotina per i pochi followers :)
Saluto comunque la mia adorabile Catia che spero mi segua ancora. 


xoxoxo