giovedì 28 novembre 2013

Ciò che sei. Ciò che copri di porporina.

Perché poi ti ritrovi a cercare negli angoli più impolverati. Ti spaventano tanto le ragnatele posate su quell'angolo retto pieno di storia, ma a volte c'è davvero bisogno di dare una pulita all'oscurità. Pulire solo per capire se è tutto apposto nel nostro caos, nella nostra irrazionalità.
Svet si trova rannicchiata lì e vuole raccontare una storia a tutti noi ...
Ci muniamo di coperte e cioccolata calda per ascoltare un'avventura poco dolce, celata dalla porporina argentata degli anni delle elementari.



Sono stata educata a rimanere sveglia ogni notte. L'abitudine mi fa stare ogni sera a pancia in giù a scrivere, con le dita sporche di nero inchiostro e le labbra che sanno di Winston blu e vino rosso. "Maps" degli Yeah Yeah Yeahs si fa prepotente nelle casse, ma posso sentirla solo io in questo quartiere. Sono andati tutti via, li ho cacciati io in questi anni di litigi e angheria. Non dico che avessero sempre torto, ma proprio non riesco a tollerare chi si munisce di finti sorrisi di prima mattina. Gli ho vomitato addosso la verità e se ne sono andati uno per uno. Ricordo ancora quando ho rivelato alla figlia della vicina che sapevo del bambino gettato nella spazzatura.
"Sei lercia come me, ma almeno cerca di ammetterlo"
Si è impiccata e ho quasi sorriso. La verità ha vinto di nuovo sugli stolti. 
Non riesco a mangiare da due giorni. Poco male. Non ho nessuno che mi obbliga a farlo ...
... posso decidere di morire di stenti pur avendo il portafogli pieno ...
Ora come ora sono un po' misantropa ... non ho voglia nè di fare la spesa nè di pagare per un'altra bevuta con gli amici. 
Sono tutti lì, mi aspettano ma non voglio raggiungerli. So che rimarranno lì, so che non ho bisogno di loro. Oggi ho comprato tre CD da sola, posso continuare a vivere queste ore senza nessuno.
Uno di loro è molto arrabbiato con me. Due giorni fa l'ho sputtanato per benino all'attuale donna che sta frequentando. Lui le teneva la mano, lei si guardava le unghie e mi lanciava sguardi di fuoco. 
"Mia cara; è inutile che perdi tempo con lui. Giuro, non ne vale la pena. Tanto non gli si alza"
Ho sentito il crepitio del suo orgoglio maschile ferito, la sua virilità infrangersi sul pavimento del bar. L'ultima stoccata è stata data proprio da lei, con quel suo mezzo sorriso che ha confermato la mia piccola affermazione al vetriolo. 
Succede questo a chi prova a ferirmi. Ti prendo, ti accartoccio e ti butto nel mio camino mortale. Tutti vogliono dare una lezione a qualcuno, perché tutti la meritano. Non si può cercare di farla franca quando ti sei comportato di merda, perché molto probabilmente chi hai tentato di scalfire è molto più furbo di te. In quel caso puoi guardarti le spalle, puoi controllare sotto il letto e nell'armadio ... non mi troverai ... sono invisibile più dell'Uomo Nero. Ti entro dentro e ti distruggo dall'interno. 
Mi rendo conto ... ciò che sto scrivendo è un gran casino ...
Cerco di rassomigliare a Joyce senza successo, ma chi se ne frega. 
Posso mettere insieme le parole come voglio, non sentirò le critiche di nessuno.
Posso continuare a parlare e parlare di niente e di sogni. Posso parlare del ragazzo che mi sta dormendo accanto. Presto si sveglierà e gli chiederò di andare perché non ho voglia di vederlo. Ieri mi sembrava anche bello, ma ora è consumato, sporcato, di seconda mano.
E' un mio piccolo capriccio: ti prendo, ti provo, di sposto. 
So che posso prendere tutti quando voglio ... so che non scapperanno perché loro amano essere catturati dalle Vedove Nere. 
E' un bel gioco, mi piace dal "tempo delle mele".
Sono una bambina lercia e capricciosa. 
La mia Winston è ormai finita da un pezzo ... la cenere sul lenzuolo e l'odore di bruciato sulle dita ...
Le sniffo un po' prima di rivestirmi. 
Devi svegliarti ragazzo ... occupi troppo spazio qui. Sì lo so, la stanza è per dure ma mi manca l'aria.
Per favore, va. 
Ho sonno.
Ho fame.
Ho deciso di comprare qualcosa per me, solo per me.

Bambini, avete paura?
Ho provato a bruciare questa lettera, ma ogni volta si rigenerava nel buio ... è solo una parte della storia che i fanciulli non vogliono ascoltare. Pian piano, goccia a goccia, ingoierò tutta questa brutta medicina ... e forse arriverà anche a piacermi...

Questo post è stato un po' sofferto, ma era necessario. 



martedì 12 novembre 2013

Personaggi grotteschi fuggiti dall'autore. Ricercati.

Dopo il trauma depressivo che i miei (pochi, pochissimi) lettori hanno subito nel post precedente è forse ora di un po' di leggerezza, giusto? Magari serve anche a me, che ne so!

Se a qualcuno interessa sono a tipo due giorni dal mio adorato esame di Letteratura Russa che, per quanto io possa amare visceralmente l'argomento e chi ne fa parte, mi mette in agitazione non indifferente. Non sono mai stata una che pretende 30 con lode e limonata accademica  con professore e assistente, ma non diciamoci fesserie, vedere sul libretto un bel voto alto, in una materia che ti piace, non fa mai male a nessuno. Sono anch'io della teoria "ormai sei agli sgoccioli, quello che ti danno pijatelo!" però in fondo in fondo al mio animo vive una piccola Svet perfezionista in tailleur, con tanto di chignon alla Rottermeier e bacchetta in legno massello pronta a rompere le scatole alla vista di un 26 o (non sia mai) 18. 
Insomma, diamoci una calmata.
E a questo scopo chiamo in aiuto Ortolani!


Ah, se solo lo conoscessi personalmente solo lui potrebbe conquistare il mio cuoricino da eroina vittoriana tormentata!
*sospiro svenevole*
La vita è così ingiusta, sob!

Anyway, questo post inizialmente non doveva andare a parare da nessuna parte, ma ora come ora mi sono resa conto che una mezza cosuccia da dire ce l'ho, ma per arrivare al punto ho bisogno di fare un piccolo excursus:
(Foto scattata dal mio buon amicone in barba e occhiali da intellettuale di sinistra)

Io ho sempre amato analizzare i personaggi di una storia, in particolare quelli dei libri. Alle elementari\medie quando la maestra\prof dava come traccia "commenta il passo del libro X" io mi focalizzavo particolarmente sull'analisi del personaggio che mi era più congeniale. Dedicavo due,  massimo tre righe allo stile, quattro o cinque all'autore e alla trama in generale, e poi via con pagine e pagine e pagine e pagine riguardo tutto ciò che poteva frullare nella testa di X, riguardo i suoi gesti, le sue azioni descritte nel libro, come lo immaginavo nella realtà, se probabilmente sarebbe potuta nascere una qualsiasi relazione fra me e X qualora un Pigmalione a caso lo avesse reso umano. Insomma, la scena era tutta del personaggio

Tutto questo ha influenzato moltissimo i miei scritti (per chi non lo avesse ancora capito fare la scrittrice è uno dei miei sogni irrealizzabili) facendomi creare dal nulla personaggi definiti dall'alluce alle doppie punte, che si muovevano in storie non ben identificate. 
E' facile immaginare le lunghe e tediose descrizioni di ogni infimo gesto delle mie creature.
Fortunatamente ho smussato di molto questa mia tendenza, altrimenti i miei personaggi sarebbero fuggiti dall'angolo delle pagine traumatizzati, accusandomi di averli scavati, analizzati e spogliati fino a violentarli. 

Poracci.

Ma la mia ossessione non è ancora svanita, tant'è che finisco per considerare le mie amicizie più strette come personaggi di un romanzo. Voglio definirli, non giudicarli. Descrivere mentalmente le loro mosse e rimanerne affascinata, come farebbe un lettore accanito. 
Detto così sembra qualcosa di patologico che dovrebbe spingermi a diventare un serial killer di barboncini. 
Nah ... ho già abbastanza turbe psichiche. 

Ed eccoci arrivati al punto. Il blog.
I (pochi,pochissimi) lettori avranno notato la presenza di qualche nome qui e là nei miei post. Ecco, quelli sono i miei personaggi. Ora sono pronta a descriverveli qui sotto:

La Mimi: 
La Mimi è tonda, burrosa, con due occhi color Bacio Perugina e l'aria lievemente imbronciata (ha la capacità di mantenerla anche quando sorride. Idolo assoluto!). E' la mamma rompiscatole che quasi tutti abbiamo e amiamo più del nostro fegato (che già tormentiamo a suon di Jack). La professoressa acida di greco che tanto ci ha fatto bestemmiare Platone ma che ora vorresti rivedere per raccontarle i tuoi mirabolanti successi universitari solo per renderla fiera di te. Lei è la sorella che con la sua aria saccente e i suoi capricci ti fa uscire dai gangheri. Vorresti strangolarla ma esattamente due secondi dopo ti senti una merda solo per averlo pensato. Ci siamo conosciute a 13 anni ed è stato amore a prima vista. Galeotto fu quel giornaletto da adolescente imbecille. Tutt'ora ci facciamo vicendevolmente da damigella di corte. Io conosco i suoi scleri, lei i miei. Ormai abbiamo già litigato per tutto, è subentrata una pace aurea intervallata da bisticci di dieci minuti. Nonostante tutte le ire funeste siamo ancora qui a farci le grattatine dietro le orecchie.

Di:
Amico storico. Otto? Nove? Boh, non li conto più.
Davvero non riesco a trovargli uno pseudonimo appropriato. Sarà perché per me il suo nome è indissolubilmente legato alla sua persona, tanto da rifiutarmi categoricamente di chiamare altre persone sue omonime con quel nome. 
Io: Come ti chiami?
X: Xxxxx
Io: No eh, quel nome non si tocca! Piuttosto ti chiamo Ugo!
Di è Di e non si tocca.
Questo ragazzuolo scuro dagli occhi troppo belli e dall'umorismo troppo simile al mio, ora vive lontano da me, ma non perdiamo occasione per sfotterci allegramente a distanza e confidarci vicendevolmente le nostre paturnie quotidiane, proprio come quando mi bastavano 45 minuti per raggiungerlo. Di è spensierato e segaiolo mentale insieme. Sempre pronto ad alleggerire tutto ciò che ha appena appesantito in modo tale da trasformare tutto in una tragicommedia degna del buon Eduardo De Filippo. 
Il degno compagno di scorribande che spesso si trasforma nel miglior confidente che si possa trovare: non risolve il problema, ma lo rende un film demenziale. 
A lui piace il mare e se lo porta negli occhi anche quando torna sulla  terra. 
Di non si tocca.

Fleur:
Eccola quì, la felina silenziosa che ama i cani. 
Piccola, dal taglio di capelli corto e il nasino a patatina che odia e vorrebbe prendersi a legnate. 
Con le sue mani abbronzate può risistemare i capelli di chiunque e con le sue parole risistema la testa di pochi prescelti. Compagna di bevute e di confidenze da donnetta. Se Mimi è l'amorevole mamma rompipalle, Fleur veste il ruolo di quella comprensiva e bonaria, pronta a farti un dolce alle mele anche se hai combinato qualche casino irreparabile. Hai sempre voglia di renderla felice. Ti comporti bene perché non vorresti mai sciupare le sue guanciotte tonde con le lacrime. Fleur perdona quasi tutto, ma se sei così abile e perfido da farle del male allora è la fine. Porte chiuse e niente più dolci.

Lele:
Avete presente quei film statunitensi per teenager? Ci sono sempre dei personaggi standard caricati fino all'inverosimile (specialmente nei teen-horror): c'è il fattone, la secchiona, il figo, la verginella etc... 
La prima impressione che suscita Lele nello spettatore è quella della cheerleader bonazzissima, dall'espressione un po' assente, ma dalla carica erotica non indifferente. 
Lele è una strafiga. Dietro questo popo' di bellezza sfasciacoppie si cela una scintilla di furbizia e tanta bontà. Si taglierebbe in due per un'amica ed è sempre pronta ad essere un'ottima spalla quando si tratta di studiare piani d'attacco per acchiappare un ragazzuolo indifeso. 
E' la contessa del flirt. 
Superficiale? Nah, anche se è la prima cosa che può venire in mente. 
Quando incroci il suo sguardo un po' triste capisci che le spazzole, le creme, le borse di Louis Vuitton sono solo una copertura per qualche male esterno. E ti vien voglia di abbracciarla e dirle che in fin dei conti niente di quello che è successo è davvero brutto, che ora vi andate a fare un gelato e passa tutto. Magari la sera si esce e si dimenticano gli stronzi, i falsi sorrisi e gli esami andati male. Solitamente si finisce in un mare di risate e consiglio a tutti di essere presenti quando Lele ride, perché quella risata è qualcosa di divino e terapeutico. Altro che Oki e Buscofen. Ridi con Lele. 

Sono quattro per ora.
Ce ne sono un altro paio, ma li lascio per i post successivi. Ora ho esaurito le idee e il tempo.

Buon Proseguimento, miei cari Personaggi. 

domenica 3 novembre 2013

Raschiare il fondo della ciotola.

Arrivata sul fondo, in posizione fetale. Ora sento freddo ... 
... eppure tutti mi chiamavano "la slava", "la polacca", "la donna Siberiana che non teme la neve"...

I thought I was an Alien

An Alien... Like an Alien...
Perché è così che mi sento con te. 
Guardi e buchi le cornee straniere, vedi corrodere la mia dignità sotto i tuoi occhi azzurri e arrossati ... Non sento niente, non mostri niente ... Innalzi una cortina berlinese fra te e la povera Dimitrovna.
Sai recitare meglio di me, che ho conosciuto il palco e la pantomima. 
Sai ridere riecheggiando nella finzione.

Ci hai provato, dici. Non stai insistendo.
Che posso fare per te, messere miope? 
Per te niente.
Che posso fare "a te"? 
Dunque... vorrei ucciderti ma pare che sia illegale ...
... vorrei schiaffeggiarti ma non amo le commedie napoletane nella vita reale ...
Faccio come te.
Taccio.
Recito come sul vecchio palco delle notti bianche. 
Improvviso come durante le mie Jam Session. 

Mi hai fatto del male con quell'ultima stoccata, nonostante il regolamento lo proibisse. 
Ho affogato Dio nel fumo delle scale e nei liquidi colorati di nebbia. Ho licenziato il tuo pensiero gettandomi sulle ortiche della nausea. 

Non voglio più amare niente di te. 
Non voglio più cercare quell'odore sulle sciarpe e i vestiti.

Non ci sei più.
Vattene da quì.

Pensavo di essere un'aliena ... probabilmente ho sbagliato pianeta e galassia ...
Torno nella cabina.