lunedì 28 ottobre 2013

I consigli impliciti delle copertine

Giubilo in tutto il villaggio! Ho trovato un libro rapitore!

Dovevo completare una saga fantascientifica, ma ho deciso di prendermi una pausa di riflessione. Non sono più psicologicamente preparata a leggere una serie di libri tutta d'un fiato dai tempi di Harry Potter. La mia povera mente duttile e malleabile viene assorbita dagli universi fantastici della carta stampata, tanto da sentirsi fin troppo coinvolta emotivamente, quindi ho bisogno di qualche libro leggero da intermezzo fra un tomo e l'altro. 


Ultimamente mi ero dedicata ai tascabili da 0.99 cent della Newton Compton (hanno dei traduttori davvero inetti, ma capitemi, i denari soppochi). Ho comprato Bulgakov, Seneca e Lovecraft (tanto amore!). 

Anyway, stamattina mi sono spostata dal paesello rurale alla città per l'uni e, avendo un po' di tempo libero prima di gettarmi nello studio matto e disperatissimo, ho deciso di recarmi alla Feltrinelli. Erano circa le nove e venti del mattino ... pochi lettori svegli sulle poltrone di pelle. Ho guardato con orrore i loro libri di Fabio Volo, stretti fra il pollice, il medio e l'anulare, e ho compatito le loro povere menti martoriate dal qualunquismo dozzinale di quelle pagine. Capisco le letture leggere, ma certi libri (e sto facendo un delitto associando questa parola a Fabio Volo, mea culpa) andrebbero bruciati come consiglia il buon Bradbury.*
Sto divagando.

Cerca di qua e cerca di là ma niente. Volevo tornare da Asimov, ma i suoi libri non sono da intermezzo, tutt'altro: ti risucchiano il tempo e le forze più di un esame universitario e dopo ti senti svuotato con la voglia di vivere in un mondo fantascientifico ed avere un robot come amico.
Quindi, amico russo, non è il tuo turno.
Ancora niente per venti minuti. Avevo pure preso in considerazione di comprare un altro libro di Niemirovsky, ma finché non avrò letto Suite Francese non lo farò. Mi sentirei in colpa.

Che fare?

Improvvisamente incrocio lo sguardo di un caro conoscente inglese. 

Nick Hornby.
Il nostro primo e ultimo incontro è avvenuto sulla carta di Febbre a 90°, ben scritto ma totalmente concentrato sul calcio e le squadre inglesi. Mi sono fatta una cultura sui risultati delle partite dalla fine degli anni 70 agli anni novanta. Quindi capite che tutto ciò non ha destato il mio interesse e, soprattutto, mi ha allontanata da lui. 
Nick, fra noi non può funzionare.
Ma, come con la gente, concedo sempre una seconda, a volte anche una terza e perché no una quarta, possibilità. Quindi mi sono messa alla ricerca di un titolo interessante.
Sapevo che Hornby non è proprio una lettura da intermezzo, ma qualcosa mi suggeriva di lasciar perdere i miei cavilli mentali e leggere quel che cacchio sentivo di voler leggere. 

Alta Fedeltà? Giammai! Per principio! Chi dice di essere un amante di Hornby nove volte su dieci ha letto solo Alta Fedeltà
Dunque... copertina rossa a ore dodici ...
Tre sagome in caduta libera ...
Non buttiamoci giù.

Mi stai prendendo in giro o vuoi darmi un consiglio?
Leggo il retro della copertina e i miei occhi si aprono in un'espressione di stupore. 
Dopo quello che è successo (o non è successo) ieri sera, mi ritrovo fra le mani un romanzo che straripa humor inglese e mi spinge a pensare che le cose non stanno andando poi così di merda. Dovrei quindi lasciare che gli eventi prendano il suo corso senza darci troppo peso, nonostante il mio piccolo cuoricino sia fin troppo martoriato da un silenzio tombale interrotto solo da qualche saluto imbarazzato? 
E chi è che me lo sta dicendo?
Un libro rosso sangue trovato per caso, in una mattina d'ottobre primaverile, sullo scaffale centrale della Feltrinelli.

Ancora una volta ho voluto pensare che le cose non succedono per caso e che ogni tanto il Fato ci mette lo zampino ... ne sanno qualcosa le eroine di Euripide ed Eschilo.

Ho cominciato a leggerlo e in un paio d'ore sono arrivata a leggere quasi un quarto del libro. Non mi succedeva da tantissimo tempo.
Forse sono sono spinta dalla convinzione che quello sia un segnale.

Forse sono davvero duttile e malleabile da lasciarmi convincere da stupidi luoghi comuni come il destino che ci manda segnali.
O forse Nick Hornby scrive semplicemente da Dio e, questa volta, ha azzeccato anche la storia e non solo lo stile. 

Bene Nick, riprendiamo questo flirt ironico e sensuale.




*per favore, capite il mio sarcasmo. 

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