domenica 3 novembre 2013

Raschiare il fondo della ciotola.

Arrivata sul fondo, in posizione fetale. Ora sento freddo ... 
... eppure tutti mi chiamavano "la slava", "la polacca", "la donna Siberiana che non teme la neve"...

I thought I was an Alien

An Alien... Like an Alien...
Perché è così che mi sento con te. 
Guardi e buchi le cornee straniere, vedi corrodere la mia dignità sotto i tuoi occhi azzurri e arrossati ... Non sento niente, non mostri niente ... Innalzi una cortina berlinese fra te e la povera Dimitrovna.
Sai recitare meglio di me, che ho conosciuto il palco e la pantomima. 
Sai ridere riecheggiando nella finzione.

Ci hai provato, dici. Non stai insistendo.
Che posso fare per te, messere miope? 
Per te niente.
Che posso fare "a te"? 
Dunque... vorrei ucciderti ma pare che sia illegale ...
... vorrei schiaffeggiarti ma non amo le commedie napoletane nella vita reale ...
Faccio come te.
Taccio.
Recito come sul vecchio palco delle notti bianche. 
Improvviso come durante le mie Jam Session. 

Mi hai fatto del male con quell'ultima stoccata, nonostante il regolamento lo proibisse. 
Ho affogato Dio nel fumo delle scale e nei liquidi colorati di nebbia. Ho licenziato il tuo pensiero gettandomi sulle ortiche della nausea. 

Non voglio più amare niente di te. 
Non voglio più cercare quell'odore sulle sciarpe e i vestiti.

Non ci sei più.
Vattene da quì.

Pensavo di essere un'aliena ... probabilmente ho sbagliato pianeta e galassia ...
Torno nella cabina. 


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