sabato 7 dicembre 2013

I'm going to tell you a Secret.

Cercherò di scrivere un post senza puntarmi troppo il dito addosso.

Stasera è stata una di quelle serate leggere, senza troppe pretese e senza additivi dannosi (a parte l'immancabile vodka a fine serata, che non fa mai male). Gli altri compari nella nebbia sembravano avvolti da una calma serafica. Stavano fumando parlando di sogni e di venti incostanti. Davvero, niente ha rovinato quei momenti leggeri, né felici né deprimenti, semplicemente sereni e senza frenesia. Cavolo, ho anche incontrato quella maledetta silfide marcia e non mi ha fatto effetto. Ultimamente è morta pure la passione per il Beatrice.



Come dite?
Ora sono gelida?

No. Purtroppo il sangue nelle vene mi ribolle come confettura di ciliege e sono sempre più assetata di bene, sintonia e affetto. Insomma, tutto ciò che è legato all'amicizia o alle relazioni-che-funzionano. Il problema è che di bene e di affetto si può dispensare a 100 persone, ma quell'armonia, quel saper pensare la stessa cosa in due, quel condividere le cazzate senza sentirti una totale deficiente, vale solo per massimo 2 persone.
Forse 2 e mezzo se si ha un po' di fortuna.
Oggi ne parlavo con il mio amico (che per comodità chiameremo Moretti)...
Mi sono resa conto che le persone con cui mi trovo bene non sempre si possono definire in perfetta sintonia con me.
Voi dite "Grazie al cazzo".
E invece per me non era così evidente. Brancolavo nel buio con le mani tese in cerca di un angolo a cui aggrapparmi ... qualsiasi angolo andava bene!
Qualsiasi persona andava bene!
Le cose non vanno così, lo so, ma io sono una bisognosa cronica di attenzioni e affetto come il bambino è bisognoso di Kinder Fetta al Latte. Forse per questo mi fisso facilmente con la gente, al di là di ciò che sono realmente. Mi basta una buona parola e la battuta giusta al momento giusto che subito mi sento loro amica, finendo per diventare la "meretrice degli amichetti"...
Pff ... una vera rottura ...

In realtà io so chi sono quelli che riesco davvero ad apprezzare fino in fondo e con le quali sento quest'armonia-del-cavolo-di-cui-ho-bisogno. I miei cari amici storici. Solo che non posso sempre raggiungerle (anche per via di problemi logistici); se li vedessi troppo troppo spesso, la magia finirebbe per consumarsi insieme alla sigaretta che sto fumando ora. La cenere cadrebbe su un portacenere rubato dal bar accanto e tanti saluti. Tutto dritto in pattumiera.

Morale della favola? I migliori amici sono come il miele, vanno assunti spesso ma in piccole dosi.

Ultimamente sto uscendo spesso con gente che conosco da relativamente meno tempo rispetto a Di e Mimi (il massimo è di 3 anni). Io pretendo troppo dalle relazioni che ho con loro: vorrei potermi sentir libera di fare tutto, ma non è possibile proprio perché non posso pretendere quel tipo di magia da tutti loro.
Sto lì, con i pugni chiusi, sbatto i piedi pretendendo qualcosa che non posso avere, almeno non subito.
Sto lì, e pretendo che la piantina cresca subito!
I piedi sbattono per terra sempre più forte ...
Poi se la gente se ne va o mi fa del male, tendo a darmi do la colpa senza magari pensare che forse è meglio così.

Altra morale? Svet, devi aspettare.

Facile a dirsi.

Proviamoci.


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