venerdì 13 settembre 2013

Starting with... Verosimile storia.

Stasera siamo lucide, il cuore quasi completamente libero.
Abbiamo tentato di stordirci con qualche ettolitro di assenzio, ma il solo odore mi contorceva lo stomaco dolorosamente, quindi ho preferito astenermi. Accendo una Winston blu, rubata dalla tasca della giacca grigio perla di mia sorella. Il sapore non è male, impasta la lingua piacevolmente e l'odore mi aiuta a ricreare intorno a me l'atmosfera di un locale anni 30. Immagino ballerine da cabaret e comici immersi nel cerone bianco, con grosse occhiaie scure. Mi chiedo continuamente se ciò che sto facendo ha abbastanza fascino, se dall'esterno la gente possa essere ammaliata dalla mia figura deforme o se semplicemente guarda avanti senza darmi importanza. Riesco, stranamente, ad accettare entrambe le opzioni senza troppi capricci, tirando sempre più forte dalla mia sigaretta. La punta grigia di cenere è una camera ardente che ha messo al rogo tutti i pensieri su di lui,ma solo per dieci minuti. Questi momenti dovrebbero prolungarsi fino all'eternità in modo da dare un po' di tregua al mio cuore e darmi finalmente la possibilità di ripulire la mia mente da nere pozze di follia e sedicente depressione. Che cosa farebbe una Dea al mio posto? Dei graffiti di felicità nell'azzurra fine d'estate, all'apparenza clemente, ma con tante punte ghiacciate nel mio stomaco.
La mia compagna è abbandonata sulle scale della città, in attesa della sua buona notizia. Io preferisco camminare con Ray Manzarek nelle cuffie... 
... In realtà non voglio abbandonarla, sono solo i suoi sguardi obliqui a chiedermelo disperatamente! Vuole sentire il freddo delle pietre della città, non per farsi del male, semplicemente per sentire un po' di morte, per capire ciò che si prova. Per poi spaventarsi, rialzarsi e rincorrere ancora una volta la signora serenità.
Dammi la mano, amica mia. 

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